La battaglia dall'Astico al Piave
[Titolo e anni]: [La battaglia dall’Astico al Piave]
Italy, 1918, Sezione Cinematografica Regio Esercito Italiano
(2021, DCP from 35mm, 1169 mt, 57' at 18 fps)
Gruppo di ricerca / Work teams : Gianandrea Sasso, Daniela Pera, Serena Bellotti, Giacomo Vidoni, Anna Donati, Petra Marlazzi, Simone Venturini (Università degli Studi di Udine)
Sostenuto da[Programma finanziamento]: Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia – Attività per la diffusione della cultura etnografica.
Promosso da[Istituzioni promotrici]: Mediateche Provinciali FVG: “Cinemazero”, Pordenone; “La Cappella Underground”, Trieste, “Centro Espressioni Cinematografiche”, Udine; “Associazione Palazzo del Cinema – Hisa Filma”, Gorizia.
Con la collaborazione di [istituzioni parner]: Cineteca del Friuli; Associazione Culturale Quarantesettezeroquattro; AVI – Associazione Videoteche Mediateche; Soprintendenza Archivistica del Friuli Venezia Giulia; Ginko Film; La Camera Ottica, Università degli studi di Udine."
Materiali: 35 mm at 18 fps
Descrizione:
Il restauro di La battaglia dall'Astico al Piave (Italia, 1918) è stato finanziato dal MiC ed è stato condotto dall'Università degli Studi di Udine in collaborazione con La Cineteca del Friuli, Archivio Storico LUCE, Kinoatelje, Cineteca Milano, Museo Nazionale del Cinema e Lobster Films. Realizzato dal Regio Esercito Italiano nel 1918, il film testimonia gli eventi tra il 14 e il 30 giugno 1918 che decisero l'esito della seconda battaglia sul Piave. Quattro versioni sono a oggi documentate: le versioni italiana e francese del 1918; una versione ridotta “scozzese” del 1918 e una riedizione del 1927. Il restauro ha voluto ricostruire l'edizione italiana del 1918.
Il testimone Kinoatelje si è rivelato l’elemento chiave per la ricostruzione (una copia di prima generazione, imbibita e virata, con didascalie italiane e informazioni autografe sul montaggio e le colorazioni). Diverse altre sequenze provengono dalle copie d’epoca e di preservazione della Cineteca del Friuli e Lobster e dai materiali conservati dall'Archivio LUCE. La sequenza finale, digitalizzata dal MIC Lab, proviene dall’Archivio Storico del Film di Cineteca Milano; mentre un'ulteriore scena mancante, digitalizzata in 4K dal Museo Nazionale del Cinema di Torino, viene da Dio segnò i confini d'Italia (1918).
L’immagine e le colorazioni sono state restaurate tenendo conto sia dell’istanza estetico-formale sia della storicità del documento. Tutte le tracce riconducibili al momento di produzione e di presentazione del film sono state mantenute. Dove gli intertitoli non erano conservati nei loro cartigli originali, si è optato per un approccio conservativo, riportando il solo testo, il numero progressivo e di edizione su sfondo neutro. Analoga soluzione è stata adottata per segnalare le lacune. La ricostruzione attesta circa 1170 metri rispetto ai 1255 registrati dal visto di censura.
Istituzioni coinvolte: